Negli ultimi 20 anni la comunità scientifica ha raggiunto la certezza che sin dalla prima infanzia la mente si fonda sulla connessione crono-causale di eventi, cioè su narrazioni in cui apprendiamo a correlare cause a effetti, intenzioni a scopi, propensioni interiori a accadimenti esterni. Oggi in ambito narratologico, psicologico e pedagogico si conosce l'importanza delle narrazioni per lo sviluppo identitario, socio-cognitivo, emotivo e comportamentale degli individui, in particolare dagli 0 agli 11 anni, quando dallo storytelling attivo/passivo dipendono competenze quali empatia, memoria, ragionamento, pensiero sequenziale, Mind Reading, problem solving, immaginazione controfattuale. Recentemente si è scoperto che la prima grammatica della comunicazione e la prima forma di mappatura dell’ambiente apprese dall’individuo sono visive, e che sulla base di esse noi grammaticalizziamo il linguaggio verbale. Disponiamo ormai di una Visual Narrative Grammar messa a punto dal narratologo e cognitivista Neil Cohn. Questa certezza sta cambiando gli orizzonti dell’alfabetizzazione: se il visual storytelling, unito al linguaggio verbale, apporta benefici maggiori soprattutto nella prima infanzia e incrementa il potenziale cognitivo in quanto costringe a segmentare il flusso esperienziale in una serie chiusa di frames e scripts, dovendo colmare il gap informativo presente tra un frame e l’altro, è divenuto necessario formulare un progetto di ricerca che convalidi e testi questa Visual Narrative Grammar. Il progetto VISION nasce in risposta a queste ultime indagini al fine di testare l'importanza e l'efficienza del visual storytelling sullo sviluppo emozionale e cognitivo dei bambini dai 6 agli 11 anni, attraverso uno studio longitudinale che consiste nel somministrare a un campione sperimentale dei test/esercizi contenenti sequenze di frames verbo-visivi (che dovranno essere immaginati, modificati o completati). Il progetto ha i seguenti obiettivi: (i) mettere in luce l'evoluzione delle capacità narrative dei bambini attraverso il visual storytelling; (ii) mostrare come la somministrazione di esercizi basati su una specifica grammatica visiva funga da palestra cognitiva ed emotiva per lo sviluppo del bambino; (iii) sviluppare una metodologia in grado di offrire questi strumenti in ambienti scolastici ed educativi, al fine di implementare l’alfabetizzazione visiva, che si pone come coadiuvante alla comunicazione verbale. Le storie visive dei bambini presi in esame, raccolte in alcune scuole primarie presenti sul territorio nazionale, saranno studiate, digitalizzate e raccolte in un Archivio Digitale delle Narrazioni dell’infanzia. Infine, sulla base dei dati raccolti saranno redatti dei format narrativi visivi e progettata un’applicazione mobile rivolta a docenti della primaria e educatori, per offrire nuove metodologie di insegnamento e apprendimento che aggiungono l'alfabetizzazione visiva a quella verbale.