l “Quadro di Sendai per la riduzione del rischio di disastri 2015-2030” delle Nazioni Unite propone un
cambiamento di paradigma, enfatizzando la gestione del rischio di catastrofe in contrapposizione alla gestione dei disastri.
Una condizione decisiva per consentire questo approccio è essere consapevoli del ruolo cruciale di
informazioni prima, durante e dopo l’evento di emergenza. Sfruttare al meglio le informazioni
dipende da fattori tecnici e umani. Dal punto di vista tecnico richiede una stretta integrazione
tra un’infrastruttura di comunicazione flessibile ed efficiente e strumenti di elaborazione dei dati
che può raccogliere ed esporre le informazioni ai vari stakeholder. Dal lato umano
richiede piena consapevolezza degli strumenti a disposizione e delle loro capacità, non limitata alla sola
forze pubbliche di protezione e soccorso in caso di calamità (PPDR), ma anche alle parti interessate locali e private
cittadini.
La proposta principale di EDIT4MCC è l'implementazione di un Digital Twin (DT) della Missione
Rete di comunicazione critica (MC) che verrà utilizzata per:
• Formare il grande pubblico sui servizi MC disponibili, per aumentarne ed estenderne la conoscenza
capacità di risposta oltre le forze PPDR;
• Sperimentare nuovi servizi con l'obiettivo di aumentare la capacità di risposta così come il
efficacia della comunicazione;
• Studiare il ripristino e la resilienza dei guasti simulando i vari scenari di guasto che potrebbero verificarsi
durante l’emergenza e valutare come è possibile affrontarle introducendone di nuove
componenti e risorse di rete.
La motivazione di fondo è che non è possibile interferire con il normale funzionamento dell'
rete e/o per permettere al grande pubblico di sperimentarla, soprattutto per diversi motivi
perché non sappiamo quando potrà verificarsi l'emergenza e quindi le reali infrastrutture
deve essere sempre pronto a funzionare.
L'implementazione DT riprodurrà anche la funzionalità dei servizi di comunicazione MC
come possibilità di connettere e integrare componenti reali da terra. Ciò consentirà:
• testare l'efficacia dei sistemi di monitoraggio e il loro grado di integrazione con l'insieme
infrastrutture;
• progettare e sperimentare nuovi servizi partendo dai dati disponibili, consentendo
crowdsourcing dalla comunità locale.
Il DT proposto sarà implementato in cloud sfruttando la tecnologia NFV, e lo farà
fornire:
• Facilità di descrizione dell'architettura di rete (grazie ai descrittori software previsti dal
la specifica NFV MANO);
• Elevato grado di riconfigurabilità (attivazione punta e clicca di componenti e rete
servizi è una caratteristica standard delle piattaforme conformi a NFV MANO);
• Conformità con l'infrastruttura reale grazie all'utilizzo di componenti virtuali
basato su un software completamente funzionale che implementa i protocolli e non su simulatori software.